Giovani odontoiatri e informatizzazione dello studio: Il migliore gestionale per l'odontoiatra

Articolo quinto chi ha in mano il grano ha vinto!

Da molti giorni si sente parlare della convenzione ANDI – MAPFRE, non volevo intervenire prima di farmene una opinione informandomi. Lo scorso mercoledì 13-11 ero presente all’assemblea dei soci della sezione di Milano Lodi e Monza Brianza e ora ritengo poter prendere una posizione. Non sono a priori contro le convenzioni, basta che sia una scelta consapevole ed informata, il mio studio ha tre convenzioni. Sono allibito invece per la posizione adottata da ANDI, anche se fosse (e non lo è) la convenzione migliore del mondo, in nessun modo ANDI dovrebbe favorirne l’adozione ai soci, che ricordo sono per la maggior parte studi di piccola dimensione e proprio ANDI dovrebbe esserne la paladina. I piccoli sono quelli più danneggiati dalle convenzioni. Per dare un esempio, quando ho deciso di convenzionarmi, ho dovuto dotarmi di una segretaria (terza signorina)  e già solo questo “piccolo” particolare avrebbe dovuto esser tenuto in considerazione nella scelta.

Non sappiamo esattamente chi sia MAPFRE, ma possiamo anche disinteressarcene, comunque è un’entità che si è trovata la pappa fatta in un attimo grazie ad ANDI, le cifre parlano già di oltre 2.200 soci ANDI che si sono convenzionati senza ancora che il servizio sia iniziato, partirà da gennaio. In testa mi gira una frase che  forse risale ai tempi dell’oratorio e dice “articolo quinto chi ha in mano il grano ha vinto!”. Qui chi ha in mano il grano? i fondi le assicurazioni, gli investitori, MAPFRE quando vorrà ed avrà convenienza a farlo mollerà ANDI in un attimo possiamo scommetterci.

Dando un’occhiata al nomenclatore tariffario proposto da MAPFRE, senza commentare i compensi, salta all’occhio che la tariffa è unica per tutt’Italia, in questo modo un rimborso inaccettabile al nord diventa ammissibile al sud, creando una situazione di divisione e di attrito in ANDI stessa, la sollevazione delle sedi provinciali del nord contro questa decisione ne sono la prova.

Siamo in piena rivoluzione della professione, in pochi anni vedremo sparire i piccoli studi ed i giovani odontoiatri saranno i garzoni dei service dentali, ANDI dovrebbe tutelare l’iscritto e non calare le braghe, proprio per una questione ideologica che Prada nel suo ultimo intervento sminuisce.

ANDI servizi, con la polizza professionale a buon mercato è legato a Cattolica, MAPFRE detiene l’8,47% di Cattolica un caso?

Germano

2 commenti

  1. carlo zanetti

    ciao germano,sono sempre interessanti le tue mail,grazie.personalmente sono passato ad AIO che ha i suoi difetti,ma ha il pregio di vedere prevalentemente nella libera professione il futuro della nostra specializzazione;ciò non pare per ANDI quando dice “sarà inevitabile il ricorso sempre maggiore alla intermediazione della spesa”.Inevitabile sicuramente se si procede con accordi tipo quello tra ANDI,OCI e Ministero della Salute.E ora PROVIDER MAPFRE WARRANTY.I 2200 si fidano ciecamente dell’associazione,ma hanno firmato o firmeranno prima di vedere il contratto?hanno letto le clausole?Io ne ho solo sentito parlare ma sono da incubo come tutte quelle dei contratti delle convenzioni,che è sempre bene far visionare da un ottimo avvocato o commercialista.Verranno assistiti da ANDI o una volta firmato(il contratto lo firma il professionista,non ANDI) o saranno carne da macello?A parte questo ,il nodo politico è la sottoscrizione da parte del sindacato dei DENTISTI di una convenzione DIRETTA,e SENZA CONSULTARE LA BASE:ma vi rendete conto?Avete presente la situazione all’estero dove tale forma è preponderante?RISULTA NETTA L’IMPRESSIONE CHE STANNO SVENDENDO LA NOSTRA PROFESSIONE!Il perchè non lo so ma vedendo la diffusione esponenziale terzomondista degli interessi personali in tutto il mondo politico-amministrativo mi viene un sospetto….ahimè.

  2. Germano Usoni

    Siamo una categoria individualista, divisa, per questo la nostra professione è finita così come la conosciamo. AIO sarà sicuramente meglio ma il problema è che dovrebbe esserci un solo sindacato unito e compatto con peso politico, cosa che ora non abbiamo. L’iniziativa di ANDI da sola sarebbe sufficiente a stracciare la tessera! La nostra professione ha fatto gola agli investitori e a chi sa far soldi con la sanità, sbaglierò ma non abbiamo la forza per reagire.
    Un pessimista Germano

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