E’ finito il corso, per quanto siano cose che ho ripetuto altre volte, un po’ di stress di preparazione c’è sempre, ed in macchina, mentre mi rilasso e parlo con Marzia (la mia assistente) chiedendole impressioni, mi rendo conto che ho tralasciato alcuni argomenti del programma ed altri non sono stati approfonditi ma, forse è meglio così, non era un corso per imparare ad usare il programma.
Ventisei partecipanti non sono pochi, mi sono sembrati tutti attenti, nessuno ha dormito va già bene. Ho dimenticato di chiedere i nomi dei partecipanti per associare un viso che mi rimanesse impresso, ho conosciuto uno dei temerari che usa Dento su Windows, non gli ho neppure chiesto il nome, bravo! mi sarebbe piaciuto vederlo in funzione, per me sarebbe stata la prima volta!
Ho rivisto degli amici utenti Dento di lunga data come Roberto Salerno ed Andrea Maragno, che spesso mi hanno aiutato nella correzione degli inevitabili errori. Nella sezione ANDI di Como Lecco, (che avevo già conosciuto per aver frequentato un bel corso di segreteria con tutto il mio studio) mi sono sentito coccolato sia dall’efficiente segretaria Paola Femore che dal segretario culturale Giovanni Miticocchio, spero siano rimasti soddisfatti e chissà che una volta creato il corso non si possa ripetere in altre sezioni ANDI.
Ringrazio i colleghi intervenuti per non avermi fatto la domanda che odio di più: come si gestisce il nero……. visto che il sistema non c’è, forse anche i dentisti stanno cambiando? Ringrazio anche il collega che mi ha chiesto dove sta l’inghippo, cioè come fa ad essere tutto gratis? Anche in questo caso l’inghippo non c’è, la spiegazione è che al posto di fare il Sudoku io faccio Dento che più o meno è la stessa cosa.
Mi piacerebbe che qualche partecipante lasciasse un commento a questo post, con domande che non sono scaturite al corso o con consigli su come migliorare (sia corso che programma). Il blog è una bella opportunità che spero sia sempre più sfruttata, per questo apro io una discussione nel forum sul corso appena concluso.
Al prossimo, Germano