Ogni tanto mi capita di vedere come qualche utente di dento usa il programma e a volte rimango stupito.
Dopo 22 anni il mio studio conta 184 prestazioni differenti divise nelle 10 categorie degli studi di settore, ho sempre cercato di limitarne il numero per non avere tendine troppo lunghe nella creazione del preventivo, capirete il mio stupore vedendo che uno studio gestisce l’attività con 692 prestazioni divise in 19 categorie. La mia tendina più lunga è quella di protesi che mostro nell’immagine: la più lunga del collega era almeno il triplo, risulta evidente la difficoltà che si può avere nel reperire la prestazione che ci interessa scegliere. Facendo l’esempio dello scheletrato, il collega aveva una prestazione per ogni tipo, iniziava da scheletrato di due elementi, scheletrato di tre elementi, di quattro con ganci, con attacchi……ecc. fino ad avere tutte le varianti, in realtà sono sufficienti 4 prestazioni, scheletrato, dente su scheletrato, attacco e gancio per comporre tutte le variabili. Analogamente le devitalizzazioni potrebbero essere ricondotte al singolo canale e mettendo più volte la prestazione canale coprire tutte le esigenze.
Germano Usoni
L’ideale è usare il tariffario nomenclatore andi (che si rifà a quello americano). Se i dentisti chiamassero le prestazioni tutte con lo stesso nome, anche i moduli rimborsi sarebbero meno complicati da compilare. E anche sarebbe più semplice capire cosa ha fatto chi ci ha preceduto.
I moduli rimborso sono complicati perché ogni assicurazione usa un nomenclatore differente. Sarebbero loro a dover adottare il nomenclatore ANDI. O meglio a suo tempo ANDI avrebbe dovuto proporsi come interlocutore verso le assicurazioni e tentare di convincerle ad usare un unico nomenclatore. É anche sbagliato che il ministero per gli studi di settore abbia ridotto tutto a dieci categorie. Se provi, vedrai che non riuscirai a convincere anche solo due dentisti ad usare diciture identiche!
Germano