Giovani odontoiatri e informatizzazione dello studio: Il migliore gestionale per l'odontoiatra

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Giovani odontoiatri e informatizzazione dello studio (parte quarta ed ultima)

Abbiamo visto che informatizzare uno studio odontoiatrico è indispensabile. Si deve iniziare dal programma di gestione ed è la scelta più difficile, non è detto che il prodotto più diffuso sia il migliore, anzi. I difetti nei programmi si rilevano sempre dopo l’acquisto, è importante informarsi con i colleghi e fare molte domande perché si rischia di pagar caro un prodotto inadeguato, personalmente ho trovato la soluzione dopo due fallimenti.
Il decreto Bersani ha rivoluzionato la nostra professione, oggi per chi è titolare di studio una parte consistente delle ore di lavoro è manageriale e sulla qualità della dotazione informatica non si deve risparmiare, niente in studio è più prezioso dei nostri dati informatici, se ci rubano le attrezzature troveremo un collega che ci ospita, se ci rubano i dati saremo cechi, incapaci di sapere che prestazioni abbiamo eseguito, quelle da fare, chi ci ha pagato e chi ci deve pagare.
Ora è possibile fare pubblicità sanitaria ma che tipo di pubblicità possiamo fare? Abbiamo i mezzi economici e siamo preparati per farlo? La forza di uno studio è nei propri dati anagrafici, è sulla popolazione del nostro studio che possiamo attivare iniziative di promozione per fidelizzare i pazienti e favorire il passaparola a costo relativamente basso. La prima azione indispensabile, è quella classica del richiamo periodico. Deve essere attivata da tutti gli studi, si può fare per lettera, mail e sms ma, il massimo rendimento lo otterremo col richiamo telefonico fatto dalla segretaria.
Non dimentichiamo di raccogliere gli indirizzi di posta elettronica per creare periodicamente delle news letter che informeranno delle evoluzioni in atto nel nostro studio, un nuovo corso, una nuova attrezzatura, una nuova procedura, un nuovo collaboratore, devono essere portati a conoscenza dei nostri pazienti.
Dobbiamo, con cadenze ragionevoli, senza creare disturbo, rafforzare il senso di appartenenza allo studio, soprattutto nelle persone che vengono da noi attraverso convenzioni o internet che sembrano avere una fedeltà al dentista minore. Dobbiamo anche controllare periodicamente, dalla lista delle anagrafiche, il numero di nuove visite per anno e l’andamento di queste negli anni. Teniamo ben aggiornato il numero di pazienti attivi annotando tra gli archiviati chi si è trasferito, chi da anni non risponde ai richiami ecc.
Qualsiasi programma di gestione svolge funzioni base indispensabili, dalla fatturazione alla prima nota cassa banca, dall’odontogramma alla scheda parodontale, ma questo oggi con margini di guadagno ridotti non può più bastare, un gestionale oggi deve fare il calcolo immediato del costo al minuto dello studio, necessario per non generare un tariffario incongruo e per fare analisi approfondite sul rendimento di un piano di cure, sul rendimento di una convenzione fino alla previsione di utile e anche di tempo di realizzazione per i piani di cura.
Anche il sito Web non è più rinunciabile, il sito è una vetrina che comunica chi siamo e come siamo, non deve essere un sito preconfezionato, bisogna dedicare alla realizzazione un po’ di tempo e farlo “nostro”, coadiuvato da un blog, il sito scalerà i posti nell’indicizzazione di Google in modo da raggiungere il suo obiettivo: essere in prima pagina nelle ricerche internet.
Oltre a questo oggi è necessario gestire l’immagine di studio sui social network, per alimentare il passaparola su internet.
Da internet ora arrivano nel nostro studio circa il 6-7% dei pazienti, percentuale che è destinata a aumentare in futuro per il mutare delle abitudini della società introdotte con gli smartphone.
Portatile o tablet con un buon gestionale e sito internet, sono la “dotazione informatica di base” sia dello studio che del collaboratore. Oggi la tecnologia offre una vasta scelta per incrementare la dotazione tecnica/informatica di uno studio a nostro piacere.
Se ancora avremo qualche giovane odontoiatra con spirito imprenditoriale, con cosa dovrà partire nella realizzazione di un nuovo studio mono professionale senza prosciugare le risorse economiche e avere il massimo rapporto costo/benefici? La prima attrezzatura che ha un alto impatto e non richiede ingenti investimenti è la telecamera indorale che spesso mi stupisco di non trovare negli studi di molti colleghi. Le immagini ci possono aiutare a spiegare situazioni critiche inaspettate e consentono al termine di un lavoro di farne apprezzare la qualità di esecuzione.
Con una società sempre più attenta all’immagine ed all’estetica, anche la fotocamera con obiettivo macro e flash dedicato, non può mancare per verificare gli aspetti estetici del sorriso di un paziente, fare un filmato dei movimenti orali, inviare al tecnico dettagli per la personalizzazione di un dente o per la progettazione di un gruppo di faccette in stile digital smile design.
Queste due prime attrezzature, non costosissime magari rivolgendoci al mercato dell’usato per quanto riguarda la fotografia, poste in uno studio da poco aperto, con tempi di appuntamenti forzatamente “larghi” visto che la clientela è ancora da acquisire, possono valere moltissimo se correttamente utilizzate.
Sempre, ma a maggior ragione in fase di avviamento, lo spazio per l’appuntamento deve prevedere qualche minuto per “rendere personale” la seduta e differenziarci dai service.
Al crescere del numero di pazienti, aumentando la disponibilità economica, un buon acquisto è l’ortopantomografo digitale, orientandoci tra i numerosi buoni usati o i nuovi modelli che prevedano l’upgrade a TAC Cone Beam; qui il vantaggio è duplice, immediatezza di esame e “immagine di studio” percepita dal paziente.
Queste attrezzature assieme all’RVG (meglio i modelli ai fosfori privi di cavo del sensore) compongono la dotazione “standard” informatica di uno studio moderno, un punto di arrivo molto buono per un giovane odontoiatra.
Le ore che generano utile sono quelle che noi passiamo alla poltrona, se saremo stati bravi ed il lavoro è aumentato saremo di fronte ad alcune scelte necessarie per aumentare il numero di ore “cliniche” a disposizione; un aspetto da affrontare ad un punto della vita di uno studio dentistico che spesso non è così chiaro ai colleghi è l’assunzione di una segretaria che ci affianchi nella gestione burocratica/informatica dello studio.
Alla segretaria spetterà la gestione della modulistica (accettazione, consenso, fatturazione), la gestione amministrativa (incassi, pagamenti), la gestione delle assicurazioni e delle convenzioni, organizzare la distribuzione dei compiti al personale, controllare le autorizzazioni in caso di sopralluogo ASL, controllare le procedure e le normative di disinfezione, gestire internet e il rapporto con i social media.
Anche in questo caso vediamo come persino i compiti di segreteria si siano “espansi” nei moderni studi tanto da far diventare stretta la definizione di segretaria che negli studi più grandi è un vero e proprio “manager di studio”.
Con queste armi, aiutato dalle analisi ricavate dal gestionale, dalla location che avrà scelto, e dal personale che avrà saputo assumere si amplificheranno le possibilità di avere successo professionale, tenendo sempre ben presente che sarà la “qualità percepita” ad attirare i pazienti, e alla qualità percepita concorre sicuramente anche la dotazione informatica dello studio.

Germano Usoni

Giovani odontoiatri e informatizzazione dello studio (parte terza)

Abbiamo visto come l’evoluzione dell’odontoiatria, possa portare un giovane odontoiatra a percorrere tutta la sua vita professionale come collaboratore. Questo lo affranca da informatizzare la propria attività?

La nostra è una professione che ha una forte valenza estetica che si esprime col sorriso dei nostri pazienti, sappiamo bene che, un’otturazione o una ricostruzione sono fortemente influenzate dalla bravura, dalla preparazione dell’operatore e dal tempo a disposizione ma, diversamente da un’artigiano o un’artista, le nostre opere, restano chiuse nelle loro bocche, come possiamo documentare il nostro lavoro? Nei nostri studi rivediamo i pazienti anche dopo molti anni e abbiamo la percezione di come abbiamo lavorato rivivendo la soddisfazione del momento in cui abbiamo fatto il manufatto, amplificato dalla durata e dalla soddisfazione del paziente.

Un collega che lavora in una di queste grosse strutture spersonalizzate riuscirà ad essere riconosciuto dal paziente come il professionista che ha eseguito il lavoro? Avrà a sua volta, la possibilità di rivedere e riconoscere dopo anni un proprio lavoro? Come potrà dimostrare e affermare le proprie capacità? I giovani collaboratori odontoiatrici, si troveranno nella necessità di dover documentare le loro capacità sia per soddisfazione personale sia per mostrare la loro perizia quando saranno alla ricerca di nuove opportunità lavorative. Per questa documentazione sarà indispensabile avere un buon corredo fotografico e saperlo usare correttamente, dovranno dotarsi di un computer, un’agenda mobile su cellulare o su tablet per organizzare il tempo ma, secondo me, anche per il collaboratore sarà conveniente registrare le cure eseguite sui pazienti usando un programma di gestione, sia per avere la conferma economica di quanto eseguito (è meglio avere un controllo di ciò che ci spetta) ma anche per non dover “rifare in garanzia” (leggi gratis) un lavoro che invece non è stato eseguito da noi.

Gli odontoiatri oggi, devono avere la capacità di utilizzare le numerose apparecchiature digitali che si trovano nei moderni studi (laser, RVG, TAC Cone Beam, fresatori, impronte digitali, ecc.), una capacità che necessariamente entrerà a far parte delle conoscenze di un moderno odontoiatra, parallelamente dovranno avere le competenze necessarie per non acquistare macchine sbagliate. Evitando le ditte che tendono ad usare, per fini commerciali, linguaggi proprietari o criptazioni che possono limitare la possibilità di trasferire dati clinici ad altri sistemi analoghi di altre marche, oppure non in grado di dialogare con i diversi sistemi operativi.

La professione odontoiatrica, è in continuo divenire ma non necessariamente tutti gli studi finiranno in un centro commerciale o in un negozio, mi auguro che per molti anni gli studi più organizzati e dotati rimarranno baluardo della libera professione, probabilmente diminuiranno gli studi mono professionali, schiacciati da burocrazia e adempimenti via via più penalizzanti, come il recente decreto sulla trasmissione dati per il 730. E’ auspicabile che i giovani trovino una maggiore predisposizione ad associarsi, sfruttando i vantaggi derivanti dalla condivisione di spazi e attrezzature con divisione delle competenze tra colleghi in modo da creare una nuova generazione di studi con assetti adeguati all’odontoiatria di oggi.

Continua……..

Germano Usoni

Giovani odontoiatri e informatizzazione dello studio (parte seconda)

Nello scorso articolo abbiamo visto come professione e prospettive professionali siano cambiate, un odontoiatra oggi accederà ad una “libera professione” diversa da come è stata finora, sarà un accesso a un mondo odontoiatrico che da un decennio è in continuo cambiamento politico e tecnologico. I giovani che devono iniziare, si trovano in una situazione più complessa e articolata che in passato anche se, essenzialmente, le modalità con cui accedere alla professione sono le stesse che si presentano in proporzioni differenti.

Le occasioni di subentro in studi di colleghi anziani non mancano, anzi sono aumentate, molti colleghi vessati dalle normative e con utili in diminuzione cercano un po’ di tranquillità nella meritata pensione. Il subentro richiede attenzione perché l’alto tasso di tecnologia della professione ha portato a un’obsolescenza accelerata delle attrezzature, in caso di subentro è consigliabile un periodo di affiancamento per valutare con attenzione la convenienza dell’operazione. Una soluzione logica per i giovani e per chi ha una struttura avviata, sarebbe quella di unirsi trasformando lo studio in uno studio associato ma, l’atteggiamento dei titolari di studio, individualisti e restii ad associarsi o ad assumere, non aiuta l’inserimento dei giovani, che  sembrano anche avere una minor intraprendenza di un tempo, ambendo a guadagni minori ma immediati. Pochi hanno la possibilità economica di aprire uno studio nuovo con un corredo di attrezzatura adeguato alla moderna odontoiatria.

Aprire uno studio è sempre stato complesso, sia per le normative ASL sia per gli adempimenti burocratici, col passare degli anni convenzionamenti, accreditamenti, normative europee e nuove leggi come il recente decreto per il 730 precompilato hanno complicato la vita al dentista, a soffrirne di più è proprio chi deve cominciare o chi ha una struttura piccola che fatica a adeguarsi ai recenti sviluppi che sembrano tutti favorire gli studi di grandi dimensioni. Questa situazione avvantaggia le catene di franchising che si trovano nella condizione di selezionare i giovani operatori più capaci tra i numerosi che si offrono e di decidere quanto pagarli. La creazione di studi all’interno dei centri commerciali e nei negozi sta anche cambiando il modo in cui il dentista è percepito dalla popolazione, da attività medico specialistica stiamo assumendo i connotati di un’attività commerciale al pari di altre che nulla hanno di medico, finiremo per sottostare a leggi di mercato basate sul prezzo più basso anziché sulla qualità.

La dimensione e il numero di queste strutture, bene informatizzate e con una buona dotazione di attrezzature, porteranno ad una riduzione di odontoiatri titolari di studio ma, come vedremo, la necessità di informatizzarsi, riguarderà anche il collega collaboratore.

Germano Usoni

Giovani odontoiatri e informatizzazione dello studio (parte prima)

Fino agli anni ottanta e novanta, aprire uno studio, con la prospettiva di una professione gratificante e remunerativa era un traguardo ambito, le difficoltà economiche e burocratiche si superavano di slancio, le attrezzature indispensabili si limitavano al riunito, radiografico e autoclave. Quasi nessuno studio era informatizzato e solo nei primi anni 80 iniziarono a far timidamente capolino in pochissimi studi, i primi computer con MS DOS. I programmi di gestione erano allo stato embrionale, l’interfaccia non era grafica ma a testo, di strumenti radiografici o fotografici digitali nemmeno si immaginava l’arrivo e i computer non permettevano certo la gestione clinica degli esami alla quale siamo abituati ora. La maggior parte iniziava la professione con i blocchi fatture e schede dentali di carta della Buffetti, generando una situazione che ha portato ad accumulare scatoloni di fatture di carta, cartelle e lastre che nel momento importante non si trovano.

L’odontoiatria è cambiata, l’impegno generato dal lato imprenditoriale della professione sta superando quello clinico, per questo informatizzarsi è indispensabile, purtroppo, per mia esperienza, la maggior parte di noi non è preparata a questo cambiamento. Iniziare con il computer per molti sembra ancora un’opzione e non una necessità dettata da una evidente esigenza, è una scelta che il dentista fa ancora in base alla propria forma mentale, che è indipendente persino dalla generazione.

L’arrivo graduale di strumenti digitali ha supportato e spinto sempre più l’evoluzione clinica, quasi nessuna procedura di lavoro è rimasta uguale. Trent’anni fa l’odontoiatria aveva da poco abbandonato il periodo delle devitalizzazioni con le paste arsenicate e delle corone stampate in oro e si preparava ad accogliere tutta la serie di evoluzioni che la avrebbero col tempo portata alla strumentazione dei canali con drill al Nichel Titanio e strumenti reciprocanti, ai Laser nelle loro diverse declinazioni, all’impronta digitale, ai fresatori e all’implantologia guidata dalle tac cone beam. Le nuove tecnologie sono state accompagnate da una quantità di attrezzature digitali elettromedicali veramente notevole che è entrata pian piano nei nostri ambulatori, tanto che ora l’investimento per l’apertura di un moderno studio al passo con i tempi è ingentissimo, sicuramente oltre le possibilità di un singolo giovane odontoiatra.

Il 2006, con il decreto Bersani di liberalizzazione della pubblicità sanitaria, sarà ricordato dagli odontoiatri come un anno di svolta, il decreto ha permesso, al primo grosso gruppo di franchising di farsi pubblicità sui media e, su questo esempio, favoriti dall’investimento di capitali nelle catene odontoiatriche da parte di fondi finanziari, è esploso il fenomeno Franchising con innumerevoli catene odontoiatriche differenti. Nel 2008, la crisi economica, diminuendo la disponibilità finanziaria della popolazione, ha esteso il fenomeno del turismo odontoiatrico, prima avvertito solo nelle regioni del nord-est, ad una fascia maggiore e meno preparata culturalmente della popolazione. In reazione a questo fenomeno una parte di odontoiatria più spregiudicata ha reagito con la nascita dei low cost/low quality. Pletora odontoiatrica, franchising, turismo odontoiatrico e low cost sono i sostituti del diffuso abusivismo che imperava trent’anni fa, purtroppo, l’attacco più pericoloso alla libera professione non arriva da questi ma da un’altra situazione. Le prestazioni sanitarie sono sempre più gestite da polizze assicurative sanitarie, fondi e casse di assistenza integrativa per molte categorie di lavoratori.

Le polizze sanitarie rappresentano dei benefit per la remunerazione di dipendenti che i vari sindacati riescono a ottenere per categorie di lavoratori in alternativa ad aumenti di salario. Intere fasce di popolazione sono, loro malgrado, convenzionate, lo studio dentistico, che sia convenzionato o meno, si trova perciò a dover gestire una mole di lavoro informatico legato alla burocrazia con aumento dei costi; inoltre, gli enti assicurativi cercano di indirizzare i loro assistiti a strutture in convenzione diretta a tariffe concordate, con buona pace della libertà di scelta del curante da parte del paziente.

Vedremo come l’aumento delle competenze necessarie a gestire le tecnologie che supportano la clinica e l’impegno burocratico nel gestire pratiche di rimborsi, consensi, modulistiche ed ora l’invio delle fatture al sistema 730 abbiano diminuito la redditività rispetto agli scorsi decenni rendendo indispensabile uno stretto controllo di numerosi paramentri che possiamo ottenere solo con l’informatizzazione della professione.

Germano Usoni

L’alleanza ciellino-calabrese domina le cliniche dei denti

In questi giorni si parla degli arresti in Lombardia da parte dei carabinieri sull’odontoiatria ma già nel 2013 Marco Atella e Mario Portanova‎ avevano scritto questo articolo come mai ci sono voluti tre anni?

Sanità in Lombardia, l’alleanza ciellino-calabrese domina le cliniche dei denti (da il fatto quotidiano del 22 febbraio 2013)

Nel 2007 la Regione ha deciso di convenzionare studi dentistici privati all’interno degli ospedali pubblici per garantire “cure a basso costo”. Ne è nato un business da 50 milioni euro l’anno a beneficio di un gruppo ristretto di persone. Tra loro il pidiellino-ciellino Dario Perego eVincenzo Alagna, ex assessore a Desio. Nonché fratellastro di Pietrogino Pezzano, l’ex dirigente Asl filmato con i boss della ‘ndrangheta
Cliniche dentistiche private negli ospedali pubblici lombardi, fatturati da milioni di euro e società riconducibili sempre allestesse persone, vicine a Comunione e Liberazione ealle famiglie calabresi di Desio, cittadina della Brianza dovela giunta comunale è caduta alla fine del 2010 dopo che l’inchiestaCrimine-Infinito aveva messo a nudo i rapporti tra ‘ndrangheta e maggioranza di centrodestra. L’eccellenza della sanità lombarda,sbandierata dal governatore uscente Formigonie dagliassessori leghisti, è anche questa. Lo rivela una serie di documenti dicui è venuta in possesso la lista Etico – A Sinistra per un’altra Lombardia, incorsa per il Pirellone.
L’ennesimo capitolo dell’opaca privatizzazione dei servizi sanitari inLombardia parte nei primi anni duemila in Brianza, dagli ospedali di Vaprio eBesana. L’azienda ospedaliera di Vimercate incarica Sismea Spa – una societàprivata con sede a Merate (LC) – di gestire cinque poltrone odontoiatriche aVaprio e sette a Besana. Lo scopo dichiarato è quello di fornire prestazioni a prezzi bassi rispetto agliambulatori privati e permettere anche a persone con pochi mezzi di accederealle cure dentistiche senza le lunghe liste d’attesa dell’Asl. Un’iniziativache qualche anno dopo si chiamerà “Progetto pubblico-privato scegli sorrisosicuro” e si estenderà a una serie di ospedali lombardi.
Nel 2007 Sismea Spa fallisce. L’ultimo bilancio disponibile (al 31.12.2006) registra una perdita di 2,10 milioni dieuro e l’indisponibilità dei soci a coprirla. Nel frattempo Sismea, che “sioccupa della progettazione, realizzazione e gestione di poli odontoiatrici multi disciplinari presso strutture ospedaliere pubbliche e private” ha apertoun ambulatorio presso l’ospedale di Paderno Dugnano ed è in trattativa per “la realizzazione di centri presso l’Ospedale Valduce di Como, l’Ospedale di Lecco,l’Ospedale di Treviglio e il Fatebenefratelli di Erba (Co)”. Al momento delfallimento i soci di Sismea sono Pentadent Srl, costituita dalle fiduciariemilanesi Fiditalia e Fidor Spa – Fiduciaria Orefici, Thesy Thera Systems Srl eil professor Marianno Franzini, luminaredell’ossigeno ozono-terapia, che controlla e gestisce centri di riabilitazione convenzionati con regione Lombardia.
I 45 dipendenti di Sismea Spa, tutti esternalizzati, vengono riassunti daun’Ati (associazione temporanea di imprese) formata da Wisil Latoor Srl eElledent Srl, a cui Giuseppe Spata,l’allora direttore generale dell’Asl di Vimercate, assegna la commessa. E quiinizia ad aprirsi il vaso di Pandora degli incarichi e degli interessi incrociati.
Elledent Srl, con sede ad Almenno San Bartolomeo (BG), è controllata da Luca Rottoli eAlessandro Locatelli,oltre che da Odontoquality Srl, società con sede ad Arcore, controllata al 100% dalla dottoressa Maria Paola Canegrati. Elledent – così si legge nel bilancio – “svolge la propria attività nel settore del dentale producendoprotesi fisse, mobili e ortodontiche per ambulatori odontoiatrici privati epubblici” e controlla, assieme a Odontoquality Srl, la società Servicedent Srlche, dal 2004, “svolge l’attività odontostomatologica all’interno di Aziende Ospedaliere”, in particolare le AO di Vimercate, Melegnano e Istituti Clinicidi Perfezionamento (che comprende gliospedali Buzzi, Città di Sesto San Giovanni e il Bassini di Cinisello Balsamo). Alla fine del 2011 ilfatturato di Servicedent era pari a 16,42 milioni di euro,+20% rispetto al 2009 e più del doppio rispetto al 2005, primo anno intero dioperatività della società. Un giro d’affari rilevante, assicurato dalle commesse delle aziende sanitarie lombarde.
Ma non finisce qui. Servicedent controlla infatti con il 75% la Dental Niguarda, 4,6 milioni di euro di fatturato nel2011, che gestisce il centro odontostomatologico dell’ospedale Niguarda. Dental Niguarda, si legge sul sitodell’ospedale, “raggruppa 4 tra le aziende leader del settore e comprende 12postazioni odontoiatriche”. Tra le aziende leader, oltre a Servicedent,spuntano di nuovo Wisil Latoor (5% del capitale) e soprattutto Fordent Srl, consede a Barzanò, in provincia di Lecco, controllata dall’ex sindaco ciellino di Merate (Lc) Dario Perego (40%), già coordinatore provincialedel Pdl e da Vincenzo Alagna (20%), nato a Melito di Porto Salvo (Rc) e residente a Desio.
Alagna – che è stato assessore alla culturaal comune di Desio nella giunta poi caduta nel 2010 – è fratellastro di Pietrogino Pezzano di Palizzi (Rc), ex direttoredella Asl di Monza, nominato poi, il 23 dicembre, da Formigoni come direttoregenerale della Asl Milano 1, la più grande della Lombardia.Pezzano fu però costretto a dimettersi dopo larivolta di molti sindaci dei comuni interessati e la mozione disfiducia presentata dal centrosinistra in Consiglio regionale perché anche ilsuo nome compariva nell’inchiesta Crimine-Infinito: gli investigatori avevanoscoperti i suoi stretti rapporti personali con uomini ritenuti ai verici della‘ndrangheta di Desio.
Sotto indagine per un anno da parte della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Pezzano – la cui posizione sarà poi stralciata – viene fotografato eintercettato con personaggi di spicco dei clan. “E’ uno che fa favori a tutti.Si muove bene, con Abelli sono grandi amici”, dice in una registrazionePino Neri, boss della ‘ndrangheta a Pavia condannato in primo grado a 18 anni di carcere,riferendosi all’amicizia tra Pezzano e Gian Carlo Abelli,deputato e fedelissimo di Berlusconi, per anni ras politico incontrastato dellasanità lombarda. Vincenzo Alagna e Pietrogino Pezzano sono legati anche daaltri affari, come dimostra la loro partecipazione nella Immobiliare ManzoniSrl di Cesano Maderno, nella quale Pezzano partecipa al 40% e Alagna al 10%.
Per chiudere il cerchio degli interessi torniamo a Maria Paola Canegrati.La dottoressa monzese è al vertice di una serie di Srl e cooperative chegestiscono o forniscono servizi dentistici e di assistenza sociale agliospedali lombardi. Csm Cooperativa Sociale Monzese Onlus, con sede a Como, dicui Canegrati è amministratore unico, ha chiuso il 2011 con un fatturato di 7,49 milioni di euro (contro i 2,45 milioni del2010), fornendo servizi – tra gli altri – alle aziende ospedaliere di Desio,Vimercate, Melegnano e all’ospedale S. Gerardo. La cooperativa sociale Pangeadi Como, amministrata sempre da Maria Paola Canegrati, ha prodotto un fatturatodi 13,38 milioni di euro nel 2011 (contro gli 11,66 milioni del 2010), fornendoservizi all’azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, a Odontoquality,Odontogea, Odontogroup, Dental Salvini, Dmc Dental Srl e all’ospedale Niguarda.Entrambe le cooperative registrano in bilancio costi elevati per personale eservizi e sembrano avere in carico buona parte del personale addetto agli ambulatori dentistici privati all’interno delle strutture pubbliche.
Canegrati è anche liquidatore del Css Lombardia Consorzio Salutee Sussidiarietà (partecipato da Pangea e dalla CooperativaSociale delle Imprese Lariane rappresentata dal ciellino Perego) oltre che amministratore e azionista di una serie di società che gestiscono studi dentistici e hanno sede ad Arcore, in via Belvedere 42. Tra queste la DmcDental Srl (4,21 milioni di euro di fatturato nel 2011, il doppio rispetto al2009), controllata, ancora una volta, da Servicedent, Elledent, Fordent e WisilLatoor, che ha da poco inaugurato (agosto 2012) un nuovo centro odono stomatologico a Salò, grazie a una convenzione con l’Azienda Ospedaliera di Desenzano(Bs).
Negli ultimi dieci anni il sistema di convenzioni tra ospedali pubblici ecliniche dentistiche private ha permesso l’apertura di centri dentistici indecine di ospedali lombardi, che fanno capo quasi sempre alle stesse persone:Maria Paola Canegrati, Luca Rottoli,  Alessandro Locatelli, Dario Perego eVincenzo Alagna. Un gruppo ristretto cheha creato un impero da oltre 50 milioni di euro difatturato all’anno, grazie al posizionamento strategico all’internodi strutture pubbliche, ai bassi costi del personale – che dipende dalle cooperative ed è spesso precario – e alla garanzia di stanziamenti da parte della Regione.
Uno degli aspetti interessanti dell’intera vicenda è che con la giunta dimissionaria non sembra essere cambiato nulla: anzi, nuovi centri dentisticisono stati aperti fino a pochi mesi fa. Con la presenza benedicente dell’assessore della sanità Luciano Bresciani,leghista e medico personale di Umberto Bossi.
di Marco Atella e Mario Portanova‎
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