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E’ mia abitudine, ad ogni nuovo corso, presentare alcune novità di Dento.
Spero anche questa volta di riuscirci, sto per finire la nuova anagrafica ottimizzata per iPad, un lavoro imponente, che mi ha permesso di raggruppare in una sola schermata le funzioni che prima erano distribuite in sei.
La logica di programmazione touch di iPad ha imposto di cambiare alcune procedure e non nascondo che questo richieda un minimo di adattamento, le mie signorine non ne sono rimaste subito entusiaste ma ora, dopo gli opportuni affinamenti, non tornerebbero indietro.
L’uscita di iPad Pro con la potenza del suo processore, la sua penna ed il sensore di pressione che consentono per la prima volta per un iPad di legittimare la firma digitale, mi ha dato la spinta ad avvicinarmi al mondo iPad che, come chi mi segue sa, ho sempre snobbato.
Ora trovo impagabile essere seduto ovunque e avere il completo controllo anche in remoto di ogni singolo paziente senza mai lasciare la stessa schermata.
L’appetito vien mangiando e, visto che la macchina fotografica di iPad ha prestazioni molto buone, il passo successivo, in corso, è quello di trasformare la scheda ortodontica, iPad ci consentirà di immettere le immagini direttamente nel punto della cartella ortodontica che decideremo e poter sostituire computer portatile e macchina fotografica con un solo piccolo tablet è un progresso notevole per chi, come me, collabora in diversi studi.
Spero, spostando il corso a Genova, di centrare il mio obiettivo, interessare nuovi giovani colleghi.
Vi aspetto sul blog per qualsiasi scambio di idee.
Germano Usoni
L’ultima versione di Dento, quella che scaricate (gratis in mono utenza) dalla sezione download, consente di:
- conoscere l’utile e il margine di contribuzione di una prestazione, aiutando a creare un corretto tariffario.
- conoscere gli utili di un piano di cura, creando una previsione del tempo necessario a completarlo.
- conoscere gli utili di tutti i piani di cura accettati, permettendo di programmare investimenti per lo studio.
- conoscere il tempo necessario per completare tutti i piani di cura accettati in modo da programmare i nostri impegni.
- confrontare gli utili delle diverse varianti di un piano di lavoro per lo stesso paziente.
- fare un report serale o settimanale o di un periodo (trimestre/semestre) per confrontare il prodotto, il fatturato e l’utile (da non confondere con il ricavo).
Tutto questo serve a conoscere il rendimento economico dello studio, senza la fatica di dover inserire nuovi dati perché utilizza i dati che inseriamo giorno per giorno per usare il programma, senza fare complicati corsi di gestione, è sufficiente seguire l’help presente nel programma e usarlo correttamente.
Per aiutarvi comunque ancora di più a Maggio con il provider E20 terremo un nuovo corso sull’uso di Dento con ECM a Genova!
Restate collegati….. Germano
Ci tengo a ringraziare i colleghi intervenuti al corso, mi scuso nel caso che la qualità del relatore non sia stata a livello dei migliori, dalle mail ricevute ho comunque verificato che la qualità dello strumento usato (Dento) ha soddisfatto tutti.
La crescita del programma negli anni si è avvalsa spesso dei vostri suggerimenti, anche in questo corso non sono mancati, siete uno sprone a continuare.
Verso Marzo penso di ripetere il corso andando in trasferta nella sede del provider ecm, Genova e cambiando il giorno, Sabato.
Grazie Germano
Le funzioni di FileMaker 15 mi hanno permesso di dotare Dento di un nuovo piccolo strumento che permette di fare con semplicità interessanti considerazioni sul tariffario dello studio:
Si tratta di un “fumetto”, tecnicamente un Popover, con all’interno due campi ehe permettono di scegliere se calcolare il costo operatore in percentuale o in euro.
L’immagine sopra mostra un’otturazione a due pareti in composito, tariffario FASI, con prezzo di 192 euro, eseguita in 60 minuti (calcolati sull’impegno della sala) con retribuzione operatore del 35% che, tolti i costi fissi e variabili, produce un utile lordo per lo studio di 36,02 euro.
Se l’operatore è il titolare dello studio potremmo dire che i 36,02 euro sono il surplus che permetterà di mantenere “attuale nel tempo” lo studio nelle sue dotazioni tecnologiche, sostituire le attrezzature vecchie ecc.
Prendiamo ora la stessa prestazione con il tariffario di una convenzione, 110 euro, tariffario che ci ha accompagnato dalla nostra entrata in convenzione fino all’attuale revisione:
con gli altri parametri invariati, produce un utile negativo ma, come insegna Gabriele Vassura, se l’indice di contribuzione lo consente, può ancora convenire eseguirla. Senza entrare in tecnicismi, accettare una convenzione può servire a aumentare l’occupazione delle poltrone, fa conoscere lo studio a un numero maggiore di Pazienti e porta ad una diminuzione del costo orario.
Come succede nei rapporti non equilibrati però, una convenzione ha ora proposto/imposto ai convenzionati un ribasso dei prezzi portando l’importo a 79 euro…….. prendere o lasciare.
Non voglio esprimere pareri, ognuno tira l’acqua al suo mulino, vorrei analizzare cosa può fare uno studio per assorbire il colpo, visto che anche non pagando l’operatore, lo studio rimane in perdita.
Non resta che ridurre i tempi di esecuzione:
vediamo che, portando i tempi a 30 minuti ci possiamo stare, magari non usando la diga, usando frese grosse e non essendo tanto conservativi, non stratificando i colori, non modellandola anatomicamente ce la possiamo fare, tirando un po’ via sulla pulizia della sala e sul riordino ci stiamo…… non la chiamerei più otturazione ma stuccatura, se il paziente non si accorge della differenza tutto ok.
Nel 1991, da poco laureato, capitai da un abusivo a Garbagnate (ora non è più abusivo, ha preso/comprato una laurea in Romania) che mi disse che, se per una otturazione dopo mezz’ora il paziente non era fuori, ero fuori io….. mi sono messo fuori da solo ma il passato ritorna.
In questo “giallo” abbiamo sicuramente una vittima, il dente del Paziente, un killer il dentista convenzionato e un mandante, la convenzione.
Ho analizzato una prestazione a caso con una riduzione del 28% ma il ragionamento vale per tutte visto che addirittura su una prestazione c’è stata una riduzione del 45%.
Se il dentista non ha strumenti di misura come può capire? Se il paziente non è informato come può capire che sta condannando un dente? Perché le convenzioni non indicano chiaramente i rimborsi ai Pazienti lasciandoli liberi di scegliere lo studio che vogliono tra tutti e non solo tra quelli convenzionati? Perché i nostri sindacati non combattono QUESTA battaglia che è la più importante?
Germano Usoni