Una volta che si ha lo strumento per misurare ci possiamo sbizzarrire e, misurando misurando, fare alcune considerazioni. La prima considerazione, criticabile ma sotto gli occhi di tutti è che il denaro fa la selezione, il vecchio detto “chi meno spende più spende” è sempre valido. La seconda è che il tempo è la variabile assoluta che condiziona il tutto.
In questa prima schermata vediamo la convenzione X che concede 110 euro allo studio per una prestazione, stimando un tempo di 60 minuti (anestesia, posizionamento della diga, pulitura e rifinitura della cavità, posizionamento delle matrici, stratificazione del composito, regolazione occlusale, rifinitura e lucidatura) lo studio ha un utile lordo di 21,22 euro. Cioè una volta tassati più o meno quanto prende una colf in nero. Come può fare il povero studio per sopravvivere? Prima ipotesi:
Riducendo il tempo alla metà possiamo avere un utile di 63,16 euro in 30 minuti cioè 126,32 euro/ora! Slurp! ora ci siamo, certo magari la diga non la metto e corro un po’ su tutte le altre fasi, in fondo basta che poi il paziente non abbia male…. e magari tra qualche anno la rifaccio pure! Seconda ipotesi:
Non mi convenziono, ricevo il paziente con i dovuti crismi di tempi e modi, curo maniacalmente ogni aspetto della seduta, da quello clinico a quello manageriale/gestionale ed ottengo un utile adeguato all’impegno ed alla struttura.
Tra questi esempi ci sta il mondo! Non state a cavillare sulle cifre in alcune zone d’Italia anche 110 è molto, restate sui concetti. L’approccio vincente è il secondo, il paziente uscirà dicendo sono veloci (perciò bravi) ed ho speso poco! Quello che piace a me è il terzo, mi permette di provare piacere ad eseguire bene il mio lavoro, il problema oggi è trovare chi capisce, apprezza e può permettersi la cosa. Nel mezzo potrebbe esserci il giusto compromesso….. vediamo se ne esce una discussione.
PS: se qualcuno volesse avere questa versione “Prototipo” di Dento 6.1 ne faccia richiesta.