Giovani odontoiatri e informatizzazione dello studio: Il migliore gestionale per l'odontoiatra

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l’importanza del blog

Non ricordo chi di voi è stato a proporlo, ma un utente di Dento ha manifestato il desiderio di avere la possibilità di inserire testi nelle fatture di acconto. Non essendo una funzione che io uso, non avevo verificato il funzionamento del sistema che con la stampa non funzionava. Può sembrare banale correggerlo ma in realtà serve verificare che ci stiano anche il testo per l’opposizione all’invio 730 e eventualmente quello per l’adesione al regime dei minimi. In un immagine vi mostro la lunghezza del testo che ora si può inserire dopo quello del 730 e del regime dei minimi:

Schermata 2016-03-31 alle 23.08.46

è un piccolo esempio dell’importanza della comunità creata col blog e di come voi contribuiate a sviluppare il programma. Chi verrà al corso vedrà come è evoluto il programma anche nelle piccole cose come questa e come ci sia un continuo impegno nella correzione degli errori e della semplificazione e automatizzazione delle procedure.

Grazie Germano Usoni

Corso Dento Venerdì 8 Aprile (secondo avviso)

Il corso del 08-04 si terrà presso l’istituto Pavoniano Artigianelli Via Benigno Crespi 30 – 20159 Milano  dalle ore 9,00 alle ore 17,00

L’istituto è raggiungibile anche con la MM3 Gialla o metrotramvia 4 (fermata Maciacchini) all’interno non c’è parcheggio mentre all’esterno è a pagamento (in genere i posti sono completi già alle 8,30) in piazza Maciacchini con entrata in viale Marche c’è un ampio parcheggio sotterraneo comunale.

Ad oggi gli iscritti sono:1) Andrea Cazzola 2) Alessandro Del Re 3) Andrea Nasi 4,5,6) Claudia Sormani + 2 assistenti 7,8) Simone De Dionigi+1 assistente 9) Alberto Mazzocco 10) Studio FZN 11) Claudio Pasquale 12) Massimo Finizio 13) Paolo Messineo 14,15,16) Marni Rinaldo+2 assistenti 17,18) Alessandro Cisoli +1 assistente) 19,20) Andrea Maragno + assistente.

toccheremo questi argomenti:

• Il controllo differenziato di accesso, significato del log-in, a cosa serve e cosa produce

• I diversi tipi di anagrafica, significato e diversi tipi di fatturazione che si possono generare (cessione cespiti, prestazioni odontoiatriche con o senza ritenuta, regime dei minimi, nota di credito, ecc.)

• Novità cliniche e contabili in scheda dentale: il nuovo fantastico modulo “storico”

• Novità in fatture: le due diverse procedure di esportazione per il 730 pre compilato

• La nuova procedura di cambio intestazione e modifica fattura

• Impariamo a conoscere le statistiche utili per la nostra professione

• Verifichiamo l’utile: per preventivo, dei preventivi accettati,  previsione di utile,  previsione di tempo   operativo

• tutti i “modi” di richiamo: cosa è cambiato in Dento

• Help e mini Help

Il corso non pone limiti di iscritti per contenere il costo, la quota è di 150 euro, 100 euro per chi ha meno di 30 anni, 50 euro in più per chi porta una segretaria o assistente, gratis per chi in passato ha frequentato un corso (ma paga comunque 50 euro se accompagnato da una segretaria o una assistente).

gli utenti che si iscrivono riceveranno una settimana prima del corso il link per scaricare l’ultima versione del programma (più evoluta di quella scaricabile dal blog che comprende anche un modulo anamnesi per iPad).

Il pagamento avviene per bonifico e la fattura sarà di consulenza clinica pertanto con ritenuta d’acconto, esempio: 122,00 euro (120,00+bollo) da versare sull’IBAN:

IT84 T056 9601 6140 0000 2018 X56

più 30,00 euro di ritenuta d’acconto il 16 del mese successivo. Dopo il pagamento mandate una mail di conferma con l’immagine del bonifico grazie, vale questa per la conferma di iscrizione.

 

 

Giovani odontoiatri e informatizzazione dello studio (parte prima)

Fino agli anni ottanta e novanta, aprire uno studio, con la prospettiva di una professione gratificante e remunerativa era un traguardo ambito, le difficoltà economiche e burocratiche si superavano di slancio, le attrezzature indispensabili si limitavano al riunito, radiografico e autoclave. Quasi nessuno studio era informatizzato e solo nei primi anni 80 iniziarono a far timidamente capolino in pochissimi studi, i primi computer con MS DOS. I programmi di gestione erano allo stato embrionale, l’interfaccia non era grafica ma a testo, di strumenti radiografici o fotografici digitali nemmeno si immaginava l’arrivo e i computer non permettevano certo la gestione clinica degli esami alla quale siamo abituati ora. La maggior parte iniziava la professione con i blocchi fatture e schede dentali di carta della Buffetti, generando una situazione che ha portato ad accumulare scatoloni di fatture di carta, cartelle e lastre che nel momento importante non si trovano.

L’odontoiatria è cambiata, l’impegno generato dal lato imprenditoriale della professione sta superando quello clinico, per questo informatizzarsi è indispensabile, purtroppo, per mia esperienza, la maggior parte di noi non è preparata a questo cambiamento. Iniziare con il computer per molti sembra ancora un’opzione e non una necessità dettata da una evidente esigenza, è una scelta che il dentista fa ancora in base alla propria forma mentale, che è indipendente persino dalla generazione.

L’arrivo graduale di strumenti digitali ha supportato e spinto sempre più l’evoluzione clinica, quasi nessuna procedura di lavoro è rimasta uguale. Trent’anni fa l’odontoiatria aveva da poco abbandonato il periodo delle devitalizzazioni con le paste arsenicate e delle corone stampate in oro e si preparava ad accogliere tutta la serie di evoluzioni che la avrebbero col tempo portata alla strumentazione dei canali con drill al Nichel Titanio e strumenti reciprocanti, ai Laser nelle loro diverse declinazioni, all’impronta digitale, ai fresatori e all’implantologia guidata dalle tac cone beam. Le nuove tecnologie sono state accompagnate da una quantità di attrezzature digitali elettromedicali veramente notevole che è entrata pian piano nei nostri ambulatori, tanto che ora l’investimento per l’apertura di un moderno studio al passo con i tempi è ingentissimo, sicuramente oltre le possibilità di un singolo giovane odontoiatra.

Il 2006, con il decreto Bersani di liberalizzazione della pubblicità sanitaria, sarà ricordato dagli odontoiatri come un anno di svolta, il decreto ha permesso, al primo grosso gruppo di franchising di farsi pubblicità sui media e, su questo esempio, favoriti dall’investimento di capitali nelle catene odontoiatriche da parte di fondi finanziari, è esploso il fenomeno Franchising con innumerevoli catene odontoiatriche differenti. Nel 2008, la crisi economica, diminuendo la disponibilità finanziaria della popolazione, ha esteso il fenomeno del turismo odontoiatrico, prima avvertito solo nelle regioni del nord-est, ad una fascia maggiore e meno preparata culturalmente della popolazione. In reazione a questo fenomeno una parte di odontoiatria più spregiudicata ha reagito con la nascita dei low cost/low quality. Pletora odontoiatrica, franchising, turismo odontoiatrico e low cost sono i sostituti del diffuso abusivismo che imperava trent’anni fa, purtroppo, l’attacco più pericoloso alla libera professione non arriva da questi ma da un’altra situazione. Le prestazioni sanitarie sono sempre più gestite da polizze assicurative sanitarie, fondi e casse di assistenza integrativa per molte categorie di lavoratori.

Le polizze sanitarie rappresentano dei benefit per la remunerazione di dipendenti che i vari sindacati riescono a ottenere per categorie di lavoratori in alternativa ad aumenti di salario. Intere fasce di popolazione sono, loro malgrado, convenzionate, lo studio dentistico, che sia convenzionato o meno, si trova perciò a dover gestire una mole di lavoro informatico legato alla burocrazia con aumento dei costi; inoltre, gli enti assicurativi cercano di indirizzare i loro assistiti a strutture in convenzione diretta a tariffe concordate, con buona pace della libertà di scelta del curante da parte del paziente.

Vedremo come l’aumento delle competenze necessarie a gestire le tecnologie che supportano la clinica e l’impegno burocratico nel gestire pratiche di rimborsi, consensi, modulistiche ed ora l’invio delle fatture al sistema 730 abbiano diminuito la redditività rispetto agli scorsi decenni rendendo indispensabile uno stretto controllo di numerosi paramentri che possiamo ottenere solo con l’informatizzazione della professione.

Germano Usoni

Decreto legge sulla concorrenza

Ospito sul blog il collega Tagliavia, mi ha mandato questa testo qualche giorno fa ma le necessità legate al 730 lo hanno fatto scivolare a oggi.

Decreto legge sulla concorrenza: perché interessa a tutti

In queste ore si sta discutendo l’approvazione decreto legge sulla concorrenza che imporrebbe, alle società di capitale eroganti prestazioni odontoiatriche, di avere nelle quote societarie almeno il due terzi iscritto agli albi odontoiatrici . In pratica i dentisti abilitati tornerebbero ad avere il giusto peso nella gestione di grandi strutture cliniche, cosa che finora non accadeva. I due principali sindacati di categoria ANDI e AIO sono molto favorevoli a questa novità e questa presa di posizione ha prodotto una serie di reazioni negative in particolare da due quotidiani nazionali.

Guido Scorza su “Il Fatto Quotidiano” del 25/01/2016 afferma che «una previsione che, nella sostanza, azzererebbe la portata di una delle liberalizzazioni varate, ormai oltre dieci anni fa, da Bersani e riporterebbe l’Italia indietro nel tempo, stabilendo – in assenza di qualsivoglia concreto beneficio per cittadini e mercato – che le centinaia di cliniche odontoiatre private aperte nel nostro Paese debbano necessariamente essere controllate da odontoiatri». Peccato che il giornalista Scorza ignori la realtà delle cliniche odontoiatriche di proprietà di società nate da aggregazioni di capitali. Realtà ben nota dalla maggioranza degli operatori sanitari che a diverso titolo lavorano in quelle cliniche.

È una realtà dove la figura professionale centrale nella gestione della clinica non è quella dell’odontoiatra ma di un’altra figura di natura commerciale: il financial manager, che opera secondo concetti di budget e bilanci, non interessandosi – anche perché la sua formazione professionale non glielo consente – della congruità terapeutiche dei pazienti, per lui clienti. Il financial manager presente nella gestione di queste cliniche esercita pressioni sugli odontoiatri (spesso a inizio carriera e timorosi) con obiettivi finanziari da raggiungere e insistendo affinché si concludano contratti di finanziamento. E questa è un’altra realtà, forse ignota ai giornalisti, in linea con le più moderne concezioni di marketing che possiamo definire la “modello smartphone”. Per la maggior parte degli utenti che possiedono uno smartphone è ormai noto come la funzione di telefonare in questi dispositivi non sia l’unica e che le cosiddette “app” abbiano un ruolo quasi predominante. Lo stesso accade in queste cliniche, le cure dentali sono il mezzo (come lo smartphone) per vendere preventivi e finanziamenti (le app). Dunque gli utenti che si rivolgono a queste strutture rischiano di ricevere cure di dubbia necessità e magari vincolarsi con dei contratti di finanziamenti da rispettare anche se sorge un contenzioso per cure dentali errate. Questi sarebbero i benefici per cittadini e mercato così esaltati da Guido Scorza.

Benedetta Arese Lucini sul quotidiano “Il Sole 24 Ore” del 26/01/2016 afferma che «inoltre questa decisione andrebbe a pesare sull’accessibilità alle cure da parte di una fascia di popolazione che prima non se le poteva permettere e oggi sì, grazie a una forte crescita del numero di centri odontoiatrici che ha favorito la riduzione dei prezzi, spesso a livelli proibitivi negli studi dei dentisti tradizionali». Niente di più impreciso. Basterebbe farsi solo un giro sui siti di queste cliniche per notare come le tariffe non siano così convenienti e basterebbe che farsi fare un preventivo per notare che molte tariffe apparentemente basse siano solo degli specchi per le allodole, perché il preventivo di cure alla fine presenta costi oscurati che lo elevano anche del 50% . Anche qui si fa fatica a capire in che maniera molte più persone possano permettersi le cure dentali.

Merita anche una considerazione, in mezzo a tutto questo entusiasmo per la liberalizzazione selvaggia, l’ampia disponibilità di capitali per strutture sanitarie che non usufruiscono di rapporti di convenzione dai sistemi sanitari regionali e quindi di rimborsi. In sintesi sfugge la convenienza economica su questi investimenti in uno scenario di saturazione dell’offerta. A riguardo recentemente sono stati dimostrati dubbi sulla provenienza di questi capitali per alcune catene di cure dentali. È noto infatti che il principale scopo degli investitori con capitali di origine illegale è prevalentemente quello del riciclare anche con ritorni economici modesti.

Con quanto detto fin qui non si vuole affermare che lo studio tradizionale, quello tipicamente costituito da professionisti proprietari delle strutture in cui operano non sia perfettibile. I progressi dell’odontoiatria, la maggiore informazione delle persone, la contingenza economica negativa e la concorrenza, sono alcune delle cose che da tempo suggeriscono anche una revisione del modello di studio tradizionale. È stato ormai ampiamente dibattuto che il modello di studio tradizionale – ancora prevalente nel panorama dell’offerta odontoiatrica – debba avere un approccio nuovo dove si integrino impostazioni di tipo imprenditoriale, senza però creare quella confusione di chi sia il reale responsabile di quella promessa di cura.

In sostanza, occorre ribadire che il centro dello studio è il professionista odontoiatra, non altri, anche in un’ottica di modernizzazione della gestione degli studi professionali.

Per finire diverse cose hanno prodotto questa situazione che non può essere definita un progresso per i cittadini richiedenti cure dentali: l’aver sostituito l’etica medica con quella commerciale e il fatto che nell’odontoiatria italiana da sempre si sono affacciati soggetti non autorizzati a esercitare (per esempio gli odontotecnici abusivi) e più recentemente sostenitori che sempre e comunque la libera concorrenza porti benefici. Anche a scapito della salute dei cittadini.

Nunzio Tagliavia

Stay tuned

Rimanete sintonizzati, manca poco, alla soluzione per l’invio da Dento delle fatture al MEF.

Non è una soluzione che avremmo potuto fare noi di Dento, è stato possibile grazie all’interessamento di Riccardo Linzitto, capo di xDent che rende disponibile agli utenti di Dento il modulo di invio al sistema 730 di xDent.

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Dento esporta sul desktop un file .txt e il modulo di xDent lo importa e si occupa delle spedizioni. Ci siamo incontrati con Riccardo giovedì all’una in centro a Milano e abbiamo concordato le ultime modifiche, sembra funzioni tutto, tra poco avrete il link per acquistare il modulo di xDent.

In Dento, abbiamo implementato una serie di facilitazioni e di controlli (doppi perché anche il modulo xDent ne fa) che ritengo siano indispensabili, senza questo aiuto da parte di xDent il progetto stesso di Dento sarebbe stato inutile.

Le nuove cose da sapere sono molte, ripeterò un corso appena tutto funziona che sarà gratuito per chi già ne ha frequentato uno anche in passato mentre costerà come il precedente (150 euro) per gli altri.

Credo sarà tutto pronto per il 25 gennaio in modo di consentire l’uso prima del 31.

Germano

 

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