Le funzioni di FileMaker 15 mi hanno permesso di dotare Dento di un nuovo piccolo strumento che permette di fare con semplicità interessanti considerazioni sul tariffario dello studio:
Si tratta di un “fumetto”, tecnicamente un Popover, con all’interno due campi ehe permettono di scegliere se calcolare il costo operatore in percentuale o in euro.
L’immagine sopra mostra un’otturazione a due pareti in composito, tariffario FASI, con prezzo di 192 euro, eseguita in 60 minuti (calcolati sull’impegno della sala) con retribuzione operatore del 35% che, tolti i costi fissi e variabili, produce un utile lordo per lo studio di 36,02 euro.
Se l’operatore è il titolare dello studio potremmo dire che i 36,02 euro sono il surplus che permetterà di mantenere “attuale nel tempo” lo studio nelle sue dotazioni tecnologiche, sostituire le attrezzature vecchie ecc.
Prendiamo ora la stessa prestazione con il tariffario di una convenzione, 110 euro, tariffario che ci ha accompagnato dalla nostra entrata in convenzione fino all’attuale revisione:
con gli altri parametri invariati, produce un utile negativo ma, come insegna Gabriele Vassura, se l’indice di contribuzione lo consente, può ancora convenire eseguirla. Senza entrare in tecnicismi, accettare una convenzione può servire a aumentare l’occupazione delle poltrone, fa conoscere lo studio a un numero maggiore di Pazienti e porta ad una diminuzione del costo orario.
Come succede nei rapporti non equilibrati però, una convenzione ha ora proposto/imposto ai convenzionati un ribasso dei prezzi portando l’importo a 79 euro…….. prendere o lasciare.
Non voglio esprimere pareri, ognuno tira l’acqua al suo mulino, vorrei analizzare cosa può fare uno studio per assorbire il colpo, visto che anche non pagando l’operatore, lo studio rimane in perdita.
Non resta che ridurre i tempi di esecuzione:
vediamo che, portando i tempi a 30 minuti ci possiamo stare, magari non usando la diga, usando frese grosse e non essendo tanto conservativi, non stratificando i colori, non modellandola anatomicamente ce la possiamo fare, tirando un po’ via sulla pulizia della sala e sul riordino ci stiamo…… non la chiamerei più otturazione ma stuccatura, se il paziente non si accorge della differenza tutto ok.
Nel 1991, da poco laureato, capitai da un abusivo a Garbagnate (ora non è più abusivo, ha preso/comprato una laurea in Romania) che mi disse che, se per una otturazione dopo mezz’ora il paziente non era fuori, ero fuori io….. mi sono messo fuori da solo ma il passato ritorna.
In questo “giallo” abbiamo sicuramente una vittima, il dente del Paziente, un killer il dentista convenzionato e un mandante, la convenzione.
Ho analizzato una prestazione a caso con una riduzione del 28% ma il ragionamento vale per tutte visto che addirittura su una prestazione c’è stata una riduzione del 45%.
Se il dentista non ha strumenti di misura come può capire? Se il paziente non è informato come può capire che sta condannando un dente? Perché le convenzioni non indicano chiaramente i rimborsi ai Pazienti lasciandoli liberi di scegliere lo studio che vogliono tra tutti e non solo tra quelli convenzionati? Perché i nostri sindacati non combattono QUESTA battaglia che è la più importante?
Germano Usoni